Siamo parte di quella vasta popolazione di 28.000 persone
della provincia di Savona che ha perso il posto di lavoro o è in
cerca di occupazione.
Siamo
ormai solo numeri statistici della disoccupazione , del disastro
economico e sociale provinciale e nazionale.
Siamo
persone in carne ed ossa incorporati nelle cifre anonime della
disoccupazione ,delle quali si è ormai preso atto senza ,per altro,
proporre e attivare soluzioni concrete.
Alcuni
di noi usufruiscono degli ammortizzatori sociali rimasti, altri ne
usufruiscono solo teoricamente poiché non sono erogati nei fatti,
altri purtroppo ne risultano esclusi per legge.
Gli
ammortizzatori sociali tuttavia non sono, e non saranno mai, una
risposta alla nostra condizione di 'non lavoro' che non è né una
nostra scelta né è a noi imputabile.
Molti
di noi, in questi anni, sono stati indicati, anche pubblicamente,
come 'fannulloni' dei quali era necessario sbarazzarsi. Oggi i numeri
ufficiali della disoccupazione smentiscono questo 'pensiero deviato'
e testimoniano la gravità della situazione economico-sociale
provinciale e nazionale.
Ognuno
di noi ha ripetutamente cercato di uscire dalla presente situazione
di 'disoccupazione' ;ma la realtà dimostra nei numeri statistici
l'impossibilità di trovare una occupazione o una ricollocazione
lavorativa.
L'esigenza
di ritrovarci in un momento collettivo è nata nel corso dell'ultimo presidio
sotto la prefettura di Savona,anche questo autoconvocato e autogestito, nel quale alcuni
lavoratori della Ferrania sono stati ricevuti dal capo di gabinetto, la delegazione ha posto con forza il problema della sopravvivenza fisica,psichica
e mentale di tutti i lavoratori che hanno perso o stanno perdendo il proprio
posto di lavoro o di chi non lo trova.
All'uscita
da quell'incontro insieme ad altri 60 lavoratori abbiamo deciso di convocare
questa assemblea al fine di porre le basi di una mobilitazione continua e unica
di tutti i lavoratori cassintegrati, precari,in mobilità, in cassa integrazione
in deroga.
La necessità di questa unificazione e la formazione di un fronte
unico che ponga il problema della sopravvivenza di ben 28.000 persone nella
provincia di Savona, e di quale futuro queste persone e le loro famiglie
avranno non è più né rimadabile né procastinabile nell'ottica di
future,ipotetiche e inverificate ripresine.
Per questo riteniamo che i tempi delle narrazioni, delle speranze, delle frasi 'speriamo bene' o 'qualcosa succederà' , delle spedizioni presso ogni tipo di cappella votiva (provinciale,regionale,ecc...) le abbiamo già fatte e ne abbiamo visto i frutti. Per questo tutte queste cose e metodi non abitano e non fanno parte degli obiettivi di questa assemblea.
Per questo riteniamo che i tempi delle narrazioni, delle speranze, delle frasi 'speriamo bene' o 'qualcosa succederà' , delle spedizioni presso ogni tipo di cappella votiva (provinciale,regionale,ecc...) le abbiamo già fatte e ne abbiamo visto i frutti. Per questo tutte queste cose e metodi non abitano e non fanno parte degli obiettivi di questa assemblea.
Noi siamo la testimonianza vivente delle
cifre della disoccupazione e della perdita di posti di lavoro, queste cifre
dimostrano nei fatti il fallimento delle politiche e delle strategie entro le quali
si sono consumate tutte le crisi industriali di questi anni. I vari accordi di
programma, i vari piani per il rilancio di questa o quella fabbrica sono
tragicamente e inesorabilmente falliti e hanno prodotto nel contempo uno
scenario nel quale imprese e imprenditori d'assalto fanno scempio del tessuto
economico ,industriale e sociale del territorio attingendo a piene mani anche a
denari e aiuti pubblici, mentre
migliaia di persone sono lasciate ed abbandonate al loro destino di esuberi o
di rifiuto della società.
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